Sono tante le suggestioni suscitate dalla lettura di questo libro, costituito da una serie di racconti di giovani autrici afro-italiane. Tutte rivelano la complessità di definirsi: sentirsi diversi, sentirsi sbagliati significa fare i conti con i demoni del colonialismo e con ciò che gli altri (i bianchi d’Italia) dicono di te, come se l’identità di una persona dipendesse dal colore della pelle o dal luogo di nascita. Forse per questo un po’ ovunque osserviamo focolai di odio e la mentalità predominante resta quella che non vede oltre la pelle nera o che forse ha bisogno di avere un pregiudizio come strumento per identificare chi ha davanti.
Chi non è nativo del luogo in cui vive sente il bisogno di definirsi: come se dovesse provare la legittimità della propria esistenza. In più l’eredità lasciata da genitori, che tanto hanno penato e subìto e che sono desiderosi solo di far vivere ai figli i sogni che loro stessi non sono riusciti a realizzare, grava sulle spalle di molti adolescenti migranti, caricati così di responsabilità e colpe. Emerge che l’assenza di radici – questo vuoto incolmabile – porta con sé rabbia, vergogna, incomprensione e tanta solitudine.
Per guardare al futuro è necessario prendere atto del presente. Ed ecco che, per tentare di restituire dignità a tutta questa sofferenza e ricostruire un nuovo senso di appartenenza alla società di arrivo, le scrittrici di questo libro si dimostrano aperte e pronte a dialogare. Possedere un ampio bagaglio di esperienze vissute e codici culturali diversi permette loro di avere nuovi sguardi sul mondo. Ed emerge infine che tutti gli esseri umani dovrebbero cogliere come un’opportunità l’ascolto di voci che parlano di realtà da punti di vista differenti, perché l’apertura al dialogo consente di avvicinarci e farci sentire più simili, appartenenti alla stessa complessa comunità umana.
Recensione a cura di Chiara Taparelli
Igiaba Scego (a cura di), FUTURE. Il domani narrato dalle voci di oggi, Effequ, Firenze, 2020. Il libro è presente nella biblioteca della Scuola Frisoun dove è possibile consultarlo o prenderlo in prestito.