Patrizia lavorava come impiegata alla Special Formaggi quando Hakeem ha iniziato il suo tirocinio in azienda. È lei che l’ha accolto e l’ha accompagnato passo a passo, prima nelle incombenze burocratiche, poi, quando Hakeem si è ammalato, nella vita di tutti i giorni. (Touki Bouki)
Hakeem era una persona deliziosa, educata, rispettosa, un gran lavoratore. È arrivato alla Special Formaggi nel 2013 con un progetto dell’Unione del Sorbara e dell’associazione Giunchiglia-11, progetto che la ditta accolse con interesse e curiosità.
Hakeem veniva dalla Nigeria, aveva attraversato il deserto, poi era entrato in Libia e tutti ormai sappiamo come sono le condizioni dei migranti durante quei viaggi… È sbarcato a Lampedusa, poi ha fatto tappa a Bologna, a Redù e infine a Nonantola.
Alla Special Formaggi è stato affiancato a Simone, un dipendente che gli ha fatto da tutor per insegnargli il mestiere e da maestro per la lingua necessaria al lavoro in azienda. Hakeem ha frequentato per pochi mesi la scuola di italiano, anche se tutti insistevamo perché riprendesse lo studio e quindi la padronanza della lingua era un po’ zoppicante. Per questo inizialmente, io che in quel periodo lavoravo alla Special come impiegata, gli stavo vicino per le incombenze amministrative e burocratiche, per il permesso, per i documenti, eccetera. È in questo modo che ho potuto conoscerlo meglio e diventargli amica. O forse sorella maggiore…
Hakeem era molto bravo sul lavoro, tanto che finiti i mesi del tirocinio, la ditta gli ha proposto un contratto di un anno, poi è stato assunto in via definitiva.
Ad Hakeem mancava la casa… e a quel punto l’abbiamo cercata insieme. Abbiamo trovato un appartamento sopra al capannone in cui lavorava: la Special parlò con il proprietario e gli fece da garante. E poi abbiamo arredato la casa con tutti mobili che siamo riusciti a raccattare qua e là, così da contenere le spese. Alla fine era diventata una casa carina e abbastanza curata per essere abitata da giovani lavoratori.
Insomma, tutto sembrava andare per il meglio. Dopo molti anni che non vedeva più la sua famiglia, Hakeem è tornato in Nigeria. E ha trovato una ragazza che gli piaceva e si è sposato. Purtroppo né lei, né nessuno dei suoi parenti sono mai venuti in Italia. Chissà se era lui che li teneva all’oscuro di quello che gli stava capitando, se sminuiva la gravità della situazione o se i legami con la famiglia non erano in fondo così forti. Fatto sta che nessuno si è mai interessato a lui quando ha iniziato a star male.
A seguito di un piccolo incidente, ad Hakeem furono fatti alcuni accertamenti e i medici scoprirono una macchia nera nel polmone. Fu un colpo molto duro, soprattutto considerando tutto quello che aveva passato.
I medici diagnosticarono pochi mesi di vita, era il 2020.
Inizialmente tentarono di rallentare il tumore, che era già molto diffuso e devo dire che è stato un periodo molto duro. L’ho sempre accompagnato alle visite, ho parlato con i medici, ma la risposta era sempre la stessa: male incurabile…
Con i farmaci Hakeem si era ripreso abbastanza bene, era anche riuscito a rientrare in azienda. La Special per lui era tutto. Si era affezionato a tutti i colleghi e tutti si erano affezionati a lui.
In questi tre anni abbiamo riso, ci siamo arrabbiati, ci siamo sostenuti l’un l’altra… e adesso Hakeem non c’è più. Spero stia meglio lì dov’è andato a stare, dopo l’ultima tappa del suo viaggio.