Immaginatevi il contesto: la Francia crolla, l’Africa equatoriale francese passa alla Resistenza con de Gaulle; M’bangue sogna di Hitler. E nel frattempo, in piena foresta bassa, mentre il mondo è in delirio sei giovanotti leggono poesia francese. Cose da non credere: con il misterioso sogno visionario di M’bangue – il veggente che, nel 1940, nella stagione in cui gli alberi di safu sono stracarichi di prugne, descrive minuziosamente il suicidio di Hitler davanti alla folla del villaggio di Edéa, in Camerun – si apre il romanzo La stagione delle prugne di Patrice Nganang.
Pouka, protagonista del romanzo, assiste in mezzo alla folla alla profezia allora assurda del padre, M’bangue. Pouka è appena rientrato al villaggio dopo tre anni di assenza, trascorsi a formarsi in mezzo ai bianchi, durante i quali si è trasformato, allontanandosi dalla gente del villaggio, dal padre, creando una frattura insanabile con il Pouka del passato. Altra protagonista del romanzo è la storia tra la madrepatria, la Francia, e le sue colonie africane, all’epoca della seconda guerra mondiale che divampa in Europa e crea fratture interne ai paesi e al continente: la Francia esagonale diventa collaborazionista e una sua allora costola africana prende posizione e si allea a de Gaulle. Ma il sentimento antifrancese è diffuso a Edéa tra il popolo bassa, un’ampia popolazione Bantu autoctona del Camerun, ma diffusa in diversi paesi dell’Africa, centrale e occidentale: la terra dei bassa, aveva ben poco di cui ringraziare i tedeschi, ma ancor meno i francesi. L’autorità di Parigi non era mai arrivata al cuore della foresta. E così Edéa, alla notizia della caduta della Francia, festeggia.
Siamo solo all’inizio di un romanzo che ci conduce dentro la storia del Camerun, ancor oggi strettamente collegata a quella delle colonie e dei protettorati europei e alla versione nera della resistenza francese, degli scontri in terra d’Africa tra eserciti europei, della strumentalizzazione dei popoli colonizzati nella gestione degli affari dei bianchi, della semplificazione riduttiva con cui si guarda all’altro, della nascita, romanzata, di figure di spicco della storia africana ed europea. Un altro modo di leggere la storia della seconda guerra mondiale.
Recensione a cura di Chiara Scorzoni
Patrice Ngang, La stagione delle prugne, 66THAND2ND, Roma, 2018. Il libro è presente nella biblioteca della Scuola Frisoun dove è possibile consultarlo o prenderlo in prestito.
Vi ringrazio per avermi fatto scoprire questo libro che non conoscevo e che mi incuriosisce molto.
I temi della Seconda guerra mondiale e della Resistenza mi sono cari, ma la recensione fa riflettere sul fatto che, nella narrazione che conosco, essi siano spesso considerati solo da un punto di vista (italiano, se non locale, e “bianco”).
E poi, soprattutto, affascina l’idea dei sei ragazzi nella foresta a leggere poesie…
Inserito nelle prossime letture: grazie!