Le stelle mi ricordano l’immensità dello Spazio in cui si trovano. Le stelle mi ricordano quando sono uscita una volta di notte con mia madre, perché durante il mese luglio faceva caldo in casa. Il mio telefono era sotto carica, quindi dovevo stare fuori anche senza nessuno svago, sennò sarei morta di caldo. Allora mi sono messa per terra sul balcone a guardare le stelle. Mi ricordano di quando in Ghana con i miei nonni e i miei genitori durante la notte uscivamo fuori, sempre perché in casa c’era molto caldo. Allora chiacchieravamo, ridevamo e giocavamo sotto le stelle. Sono ricordi che non dimenticherò mai.
In Ghana capitava alcune volte che saltasse la luce per quattro o cinque giorni. Allora tutti i bambini, me compresa, uscivano a giocare insieme. Dopo esserci stancati, ci sdraiavamo per terra e guardavamo le stelle: ce le immaginavamo come se fossero dei disegni, e ridevamo tanto.
Ma le stelle mi ricordano anche il giorno in cui è nato il mio fratellino più piccolo. Mia madre urlava tantissimo e mio padre correva di qua e di là, dappertutto. Mio padre mi ha detto di seguirlo in ospedale e siamo andati lì tutti e tre. Quando i dottori hanno portato via mia madre, sono uscita fuori per prendere un po’ d’aria. E intanto guardavo le stelle.
Le polveri di stelle sono riflessioni, suggestioni, impressioni dei ragazzi della Scuola Frisoun nate da un breve percorso, decritto QUI, tra l’astronomia, i miti e la scienza.