Sono partito dal Mali quando avevo 23 anni con l’idea di dove andare, ma non di dove rimanere. Sono rimasto in Algeria per due anni e sei mesi lavorando in fabbrica, facendo il muratore e altri lavoretti… Non ero partito per restare in Algeria così ho deciso di andare in Tunisia. Ho fatto il viaggio a piedi perché non avevo documenti o passaporto per prendere un aereo o una macchina e perché ci sono tanti problemi con la polizia tra l’Algeria e la Tunisia. Camminavamo solo la notte, dalle 19 alle 5 della mattina. Nessun passeur, solo io e altre cinque persone. Nessuno di noi conosceva la strada: volevamo arrivare a Sfax chiedendo indicazioni e aiutandoci con il telefono. Siamo partiti, attraversando tante montagne. Sapevamo che avremmo dovuto camminare per due settimane. Dopo una settimana, un sabato alle 4 di notte, eravamo tutti affaticati e volevamo dormire un po’. Uno di noi ha deciso di allontanarsi per dormire da solo, e così, mentre riposava, un serpente gli ha morso i piedi. La mattina seguente i suoi piedi erano gonfi. Era un uomo adulto, io ero il più giovane del gruppo. Mi ha detto che voleva chiamare sua madre per dirle che la sua vita era finita. Gli ho risposto che la sua vita non era finita e sono rimasto diverse ore insieme a lui per curare i suoi piedi con dei rimedi che conosco. Alle 6 di sera i suoi piedi erano guariti. Quella notte abbiamo ripreso il cammino.
I frammenti dal titolo Animalia sono nati “di rimbalzo” dagli studenti della Scuola Frisoun quando hanno sentito i maestri raccontare le storie di Giona e la balena, di Androcolo e il leone e di altri strani rapporti tra uomini e animali.
Buongiorno Modibo,
grazie per questo racconto e complimenti per quello che hai fatto per il tuo compagno di viaggio.
Nutro un profondo terrore per i rettili e i serpenti, infatti sono gli unici animali verso i quali, purtroppo, non riesco mai ad empatizzare in qualche modo. A maggior ragione il tuo racconto mi ha impaurito, ma mi ha anche dato conforto.