A Nonantola, come un po’ dappertutto, ci si sente pugili suonati. Suonati da cosa? Dalla pandemia, dalle politiche per contrastarla e dai loro strascichi sociali? Dai social media e dall’economia digitale? Dalle condizioni di lavoro e dal loro costante deterioramento? Sicuramente non dalla destra al potere, che per quanto riguarda le politiche migratorie si sta limitando a proseguire lungo un binario già tracciato da altri.
Difficile capire cosa ci abbia stordito. Quello che è evidente è che dopo anni di attivismo antirazzista e di critica delle politiche migratorie e delle pratiche dell’accoglienza (incontri, seminari, formazioni, fiaccolate, tavoli istituzionali, ecc.) da molto tempo, nonostante l’avvento della destra al governo, non si muove quasi nulla.
Peraltro, come in un avvilente giro dell’oca, a Nonantola stiamo per ritornare al punto in cui eravamo nel 2016: potrebbero ricominciare ad arrivare gruppi di richiedenti asilo collocati dalla Prefettura, e i nodi rischiano di essere gli stessi di allora, come se il tempo non fosse passato: collocazioni delle persone in aree decentrate e difficilmente raggiungibili, scarso dialogo tra gli attori (pubblici e del privato sociale) dell’accoglienza, tempi biblici della Questura, dinieghi a raffica, ricorsi, attese estenuanti e svilenti delle persone in accoglienza… Insomma, quella fabbrica di clandestinità e di spreco di vitalità che abbiamo vissuto e raccontato in questi anni.
Per tutte queste ragioni, su questi temi stiamo raccogliendo un po’ di contributi per i prossimi numeri di Touki Bouki e per le stesse ragioni abbiamo accolto con piacere l’invito che ci è arrivato da “Anni in fuga” e da altri gruppi del territorio a organizzare un incontro pubblico per fare il punto sullo stato dell’arte delle politiche migratorie. E soprattutto per mettere a fuoco come reagirvi. Venerdì 7 luglio alle 21 a Nonantola.