Il coraggio nei piedi

2 minuti di lettura
Inizia

L’itinerario è quasi sempre lo stesso: le persone arrivano a Oulx, in alta Val Susa, prendono una navetta per Claviere, l’ultimo comune italiano prima della frontiera, e da lì, lungo piste da sci, boschi, percorsi Cai o sentieri non tracciati, dopo circa 15 chilometri raggiungono Briançon, il primo comune francese oltre confine. Sempre che non vengano intercettati e respinti dalle forze dell’ordine francesi: agenti della polizia di frontiera, della gendarmerie nationale o soldati dell’esercito. In questo caso le persone ritentano anche due, tre o più volte fino a quando il tentativo non riesce. In mezzo, tutti i rischi e le variabili che chi frequenta i sentieri di alta quota conosce bene.

Per i turisti la frontiera non esiste. D’inverno, mentre sciano, senza rendersene conto passano continuamente, lungo le piste del Monginevro da un paese all’altro. In estate i golfisti si divertono su un campo internazionale da golf con 18 buche che passano da una parte all’altra della frontiera (buca numero 7 all’andata e buca numero 16 al ritorno).

La scorsa estate, alcuni redattori di Touki Bouki hanno incontrato una realtà molto interessante che opera a Oulx, nella zona che, da quando hanno sigillato la frontiera a Ventimiglia, è diventata una delle principali porte d’accesso per i migranti provenienti dalla rotta balcanica. A dire il vero, via di transito quei passi alpini lo sono da sempre: la via francigena passava da lì, da lì sono passati Annibale (ma dove non è passato Annibale?) e Carlo Magno per le loro scorribande militari, da lì passavano gli italiani, nel primo e nel secondo dopoguerra, per andare a cercare fortuna in Francia e, in anni più recenti, profughi jugoslavi in fuga dalla dittatura di Tito. E da lì, in ragione del fatto che il colle della Scala e quello del Monginevro sono tra i passi alpini più accessibili, dal 2016 transitano ogni anno centinaia di afghani, siriani, iraniani, curdi, iracheni ma anche nordafricani e africani dei paesi subsahariani.

La realtà di cui parliamo si chiama “Rifugio Fraternità Massi” e offre un’accoglienza a bassissima soglia (non si chiedono generalità nè tantomeno documenti) a chi si appresta a tentare il passaggio di quella frontiera: una settantina di posti letto per riposarsi alcune notti, scarpe e indumenti adeguati, consulenze mediche e legali, consigli per il viaggio e contatti da un lato all’altro del confine. Il Rifugio è gestito da una fondazione cattolica (“Talità Kum”) e da alcune onlus strutturate e “istituzionali” (“Rainbow for Africa”, “Medici per i diritti umani” e “Diaconia Valdese”). Ma anche – e questo è uno degli aspetti più interessanti – da moltissimi volontari provenienti da realtà politiche e religiose delle più diverse: gruppi scout, attivisti del movimento No Tav e collettivi anarchici che in questi anni, nei loro esperimenti di occupazione e autogestione, hanno coinvolto e accolto decine di migranti prima che tentassero il passaggio della frontiera.

Se qualcuno volesse andare a Oulx dare una mano, a fare un’esperienza di volontariato o a organizzare una route scout può scrivere una mail a pontinonmurivalsusa@piemonte.agesci.it o un messaggio whatsapp a Silvia (3348471789) o a Franca (la responsabile dei turni dei volontari: 335 129 1683). In inverno i gruppi scout devono organizzarsi cercando alloggio nelle case alpine della zona, all’“Alveare” di Oulx o nelle strutture di media-bassa valle perché il Rifugio Massi non è in grado di offrire da dormire ai gruppi di volontari. Diverso è per l’estate, periodo in cui il Rifugio è in grado di mettere a disposizione spazi e risorse per organizzare campi e piantare tende.

Touki Bouki

Articolo scelto dalla redazione.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Da non perdere

Sempre dritto

Una storia di lavoro e di amicizia

Amica e collega

Hakeem Omotoyosi nel ricordo di Patrizia Salmi.

Per Hakeem

Con queste parole i maestri della Scuola Frisoun hanno ricordato

Esplorare con le orecchie

Usare le orecchie al posto degli occhi per accorgerci di

Un bambino mostruoso

Storia che racconta di una donna che partorisce un mostro