Una personalità carismatica, una conoscenza vastissima, un’idea della cultura come strumento per il cambiamento: una delle più importanti studiose di Medio Oriente nei ricordi appassionati di una sua allieva.
La traduzione, inedita in italiano, di una video-intervista al grande regista senegalese (a cui dobbiamo il titolo del nostro almanacco) realizzata da alcuni giovani studenti di cinematografia, probabilmente nel 1997, un anno prima della sua morte.
Dove si sostiene fra l'altro che di fronte all'attuale scenario da "fine del mondo" è necessario sforzarsi di “cambiare sguardo sulle realtà sociali di cui ci occupiamo, considerandole meno occasione di analisi o di intervento e più come situazioni umane da cui
Madre ucraina, padre bielorusso, lingua russa. E un modo originalissimo di costruire i propri libri: incontrando e intervistando centinaia di persone comuni artigliate dai grandi avvenimenti che hanno interessato i territori dell’ex Unione sovietica: la Seconda guerra mondiale, la guerra in Afghanistan,