Witold Pruszkowski, Stella cadente, 1884

Colpo di fulmine

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Come nasce un fulmine? In una mattina d’estate tra il mio primo e il mio secondo anno di liceo, senza nessun apparente motivo, questa domanda continuava a vagare nella mia mente e non riuscivo a dare alcuna risposta perché mi sembrava qualcosa di veramente complicato e fuori dalla mia portata. Quell’interrogativo era quasi come un tormento perché, nonostante i compiti da fare e il tempo passato a giocare con i miei fratelli, perseverava lì dove è nato e non voleva proprio lasciarmi in pace. A un certo punto la curiosità ha vinto sulla noia dei compiti e ho aperto YouTube per provare a rispondere. Uscirono un sacco di video riguardanti l’argomento e, ovviamente, scelsi quello con la copertina che faceva trasparire più serietà e che contemporaneamente mi rassicurasse perché non sembrava troppo tecnico. Ho dovuto guardarlo 2 o 3 volte prima di comprenderlo a pieno, ma finalmente avevo la risposta: un fulmine si genera perché la differenza di potenziale tra le nuvole e il suolo è più alta rispetto alla resistenza dell’aria. A primo impatto questa frase potrebbe fare paura per la sua complessità, ma possiamo immaginare la resistenza dell’aria come una torre altissima con delle scale fatte da migliaia di gradini che separa due innamorati, uno a terra e uno in cima ad essa. Chi è in cima alla torre sa che il suo amore è giù in fondo, e viceversa, ma non trova il coraggio di fare tutti quei gradini per vederlo. I giorni passano e la voglia di vederlo cresce moltissimo, finché un giorno decide che le migliaia di gradini non potevano più tenerli separati. Così scende e finalmente lo abbraccia di nuovo.

È con questa domanda che hanno cominciato a sorgerne molte altre per le quali sentivo un assoluto bisogno di risposte, così passavo un sacco di tempo a leggere articoli scientifici e a guardare video su YouTube per scoprire cose nuove e interessanti. Inoltre, la notte, prima di andare a dormire, mi piaceva molto, e mi piace tutt’ora, sedermi in giardino insieme a mia mamma e a mia nonna per parlare del più e del meno e io ne approfittavo per alzare gli occhi al cielo e guardare le stelle, i pianeti e i satelliti ovunque, e mi incantavo di fronte a quello spettacolo meraviglioso. Una sera sono rimasto talmente tanto tempo con lo sguardo rivolto verso l’alto che il giorno dopo ho avuto male al collo tutto il tempo, ma ne valeva la pena! Le domande cominciarono a spostarsi anche, e soprattutto, sull’universo. Cos’è un buco nero? Come nascono e muoiono le stelle? E potrei continuare a elencarne svariate altre, alcune delle quali non hanno ancora trovato risposta né da me né dal mondo della scienza perché non abbiamo ancora gli strumenti necessari per trovare una soluzione. Continuavo a cercare informazioni su internet, a leggere libri divulgativi, e pian piano trovavo le risposte che mi più mi convincevano: un buco nero è un corpo celeste che genera un campo gravitazionale così intenso che nemmeno la luce ha una velocità così elevata da potervi sfuggire. Ecco perché lo hanno chiamato così! Nemmeno la luca ha una velocità così elevata da potervi sfuggire e nulla può superare la velocità della luce perché servirebbe energia infinita! Una stella nasce da una nebulosa, ovvero una regione di spazio piena di gas e polveri. In particolare quando in una regione viene superata una certa densità la forza di gravità vince e la stella si accende! Una volta finito il suo carburante stellare, ovvero l’idrogeno, la forza di gravità la schiaccia così tanto che alla fine esplode in una supernova e forma un’altra nebulosa. Ogni volta che leggo qualche libro riguardo questi argomenti rimango sempre più affascinato dalla natura e da ciò che si è “inventata”, sia perché l’uomo ci ha messo secoli a comprendere tutto ciò, sia perché sembra quasi che “ci stia lanciando” sempre più sfide: ogni volta che si fa una scoperta rivoluzionaria si trovano centinaia di nuovi interrogativi sempre più affascinanti. Non è meraviglioso? Sicuramente la mia grande passione per la fisica e l’astronomia è nata anche da questi pensieri.

Non meno importante è stato il contributo di una persona speciale: un estate di qualche anno più tardi, ero al mare in un campeggio molto bello e ho incontrato una ragazza che, a posteriori, posso dire che mi ha cambiato la vita. Anche lei era ed è tutt’ora appassionata di fisica, e proprio in quel campeggio ci siamo parlati per la prima volta e abbiamo avuto modo di condividere la nostra passione. Cosa c’è di più bello che avere qualcuno con cui condividere ciò che ti piace? Da quei giorni in campeggio abbiamo continuato a scriverci e a fare delle videochiamate per confrontarci su questi temi e oggi lei è ancora presente ed è sempre più un pezzo importante della mia vita.

Ecco quindi come mi sono appassionato alla fisica e all’astronomia: da alcune semplici domande di curiosità ne sono nate altre e altre ancora e da esse molte altre. Proprio da questa semplice curiosità ho scoperto questo affascinante mondo che oggi più di allora mi meraviglia ogni volta di più, che guida molti dei passi all’interno del liceo che frequento e che spero riempia anche il mio futuro.

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