In una mattina nebbiosa, un uomo del villaggio di Kawame va a pescare al Fiume della Morte. A distanza di circa cinque metri sente un leggero rumore di foglie che viene da un cespuglio. Girando la testa vede l’ombra di una volpe infuocata che gira intorno a lui… Si tratta di un Kitsunebi, si avvicina pian piano. L’uomo si nasconde dietro un albero, ma la volpe si avvicina sempre di più. Preso da una grande paura e accortosi di avere ancora in mano la canna da pesca la lancia contro la volpe per spaventarla: nel compiere quel gesto le strappa la pelliccia infuocata così la volpe scappa via. L’uomo decide di portare la pelliccia con sé, a casa.
Durante una delle buie notti successive, un messaggero del re visita la casa del pescatore. Il messaggero bussa alla porta del pescatore che gli apre e il messaggero dice: «Ho portato con me la lettera del re Carlo Borriello». Nella lettera c’è scritto che l’uomo deve presentarsi al castello del re alle 8 della mattina dopo. Il pescatore parte subito col messaggero. Quella notte è completamente buia, l’uomo porta con sé la pelliccia di Kitsunebi che illumina la strada. Il messaggero per tutto il viaggio non riesce a staccare lo sguardo dalla pelliccia. A un tratto la pelliccia di fuoco si trasforma nuovamente in Kitsunebi e uccide prima il messaggero, poi, una volta arrivato al castello, il re. Il pescatore diventa il nuovo re, con la volpe di fuoco al suo fianco.
Grazie della bellissima storia. Mi fa venire in mente le fiabe nordiche. Un perfetto blend tra Oriente ed Occidente.
La volpe infuocata che diventa regina poi….. troppo forte!