Il giorno in cui sono arrivato a Oujda, in Marocco, ho incontrato un gruppo di dieci ragazzi della Guinea. Ero con un amico. Non conoscevamo la città. Dovevamo solo trovare la stazione e proseguire il nostro viaggio. I ragazzi guineani si sono offerti di accompagnarci a prendere il treno, ma prima ci hanno invitato in una casa lì vicino dicendo che avremmo potuto riposare e fare la doccia.
La prima cosa che ho notato quando siamo arrivati lì è che dentro la casa c’era un cane che abbaiava sempre. Quando siamo entrati, questi ragazzi hanno chiuso la porta dietro di noi e ci hanno chiesto 150€ a testa per lasciarci andare via. Se non avevamo i soldi dovevamo contattare la nostra famiglia per farceli mandare. Poi ci hanno legato le mani e siamo rimasti imprigionati per quattro giorni, senza mangiare quasi niente. Finalmente al quarto giorno i ragazzi sono usciti per andare a comprare qualcosa. Io sono riuscito a liberarmi le mani e sono scappato insieme al mio amico. Anche il cane che era rinchiuso là dentro è venuto con noi. Prima di ripartire l’ho affidato a una signora araba che viveva in città e poi sono andato con il mio amico alla stazione dei treni. Da Oujda mi sono spostato nella città di Nador, pochi chilometri a sud di Melilla, dove ho vissuto per tre mesi. Là passavano tanti migranti che aspettavano di partire per l’Europa. A Nador un giorno ho incontrato di nuovo i ragazzi guineani che mi avevano sequestrato. Quella volta avevo molti amici con me, e così sono andato da loro a chiedergli conto di quello che avevano fatto…
I frammenti dal titolo Animalia sono nati “di rimbalzo” dagli studenti della Scuola Frisoun quando hanno sentito i maestri raccontare le storie di Giona e la balena, di Androcolo e il leone e di altri strani rapporti tra uomini e animali.