Sono nato a N’Dokoro, con l’accento sulla prima “o”, a pochi chilometri da Segou, in Mali, nel 1985. Lì vivevo con i miei genitori e Soumaila, mio fratello minore. La mia famiglia aveva un piccolo pezzo di terra che io lavoravo insieme a mio padre e a mio fratello. Quando avevo vent’anni mio padre è morto e dopo poco ho deciso di mettermi in viaggio per cercare un buon lavoro e aiutare mia madre e mio fratello. Ho vissuto a Bamako per un anno, a Ségou per due anni, a Sikasso e a Kayes per un altro anno e poi
Il senatore Luigi Manconi ci ha mandato questo bilancio, amaro e disilluso, sulla politica migratoria dell'Italia negli ultimi trent’anni. È uscito in una versione diversa su “La Stampa” del primo luglio di quest’anno. Ha il pregio di dare profondità storica a un fenomeno che tendiamo sempre a guardare schiacciato sulla cronaca e sull’emergenza.
Dopo gli articoli usciti su Touki Bouki, sono stati diversi i ragazzi e le ragazze che dall’Emilia hanno visitato il Rifugio Massi di Oulx allo scopo di conoscerlo e supportarlo. Tra loro, Martina Sitti, attivista della Scuola Frisoun. Oggi la situazione su quel confine è molto più complicata di quanto non fosse a giugno. Daremo presto aggiornamenti su quanto sta accadendo.
R: Insieme agli amici di “Anni in fuga” abbiamo lanciato una campagna per raccogliere fondi che permettano a Zakaria di curarsi la bocca e i denti. Qui sotto l'audio in bambara di Moriba Bagayoko racconta la storia di Zakaria e spiega le ragioni della nostra richiesta.
Manuela è rimasta in Italia poco più di un anno, dal dicembre 2021 all’aprile del 2023. Abbastanza per farsi diventare amica la lingua italiana. Poi la vita l’ha richiamata a Paranà, la sua città natale, capoluogo della provincia di Entre Ríos, nel cuore dell’Argentina. Questo è il suo diario del ritorno.