Grandissimo raccontatore di storie della civiltà contadina nonantolana, avevamo sentito altre volte Geppe parlare del “Cino” e ne avevamo letto nel suo libro "Dalla nostra memoria può nascere un futuro migliore" (Edizioni Artestampa, Modena 2013) e nell’opuscolo curato dal Comune di Nonantola in occasione dell’inaugurazione della Torre dei Modenesi, il 22 luglio 2018, dopo i restauri dei danni del terremoto. Alla figura di Eliseo Zoboli è dedicata la sala del piano terra della torre. E noi dedicheremo sicuramente altro spazio sulle pagine di Touki Bouki a lui e al movimento operaio e socialista delle origini.
L’autore di questa storia ha deciso di firmarsi con il soprannome per non fornire eccessivi segni di riconoscimento che mettano in difficoltà persone a lui vicine. È arrivato nel gennaio del 2019 attraverso uno dei corridoi umanitari della Caritas Italiana. Da allora vive stabilmente a Nonantola con la moglie e due bimbe che sono nate dopo il suo arrivo in Italia.
Verso la fine del XVI secolo la Torre dell'Orologio divenne sede delle prigioni di Nonantola. Per quasi quattro secoli ospitò ladri, truffattori, assassini. Ma anche blasfemi ed eretici, come nel caso del "Buffettone".
Claudio e Umberto Lodesani, che ci hanno raccontato questa storia, fanno parte del “Gruppo lavoratori”, una delle prime comunità di base modenesi, nate alla fine degli anni ’60 sulla spinta del Concilio Vaticano II. Abbiamo raccontato la storia di Angelo e Angelica, insieme a quella del giovane Arthur Rimbaud, anche durante le lezioni della Scuola Frisoun e per “rimbalzo” ne sono nate altre storie di “prigione”.
Це історія про Eliseo Zoboli якого усі називали як “Cino Zobel”. І це історія, яка найбільше стосується Вас, сільських трудівників та профспілкових діячів!